martedì 1 febbraio 2011

Il tiro alla fune

Donna seduta: Massimo Speroni
La fune è tesa. Un po' la tiro io, un po' lui, ancora senza spingere troppo, nell'equilibrio circospetto di chi si sta ancora studiando...una fase incantevole che voglio fare durare per godermela pienamente e assaporarne ogni fase, ogni passo, ogni vacillamento, ogni sussulto...
Il primo passo è stato suo, quel suo rivelarsi finalmente per quello che è mi ha spinta a mettermi in gioco, mi ha incuriosita, ha stimolato le mie note perverse e mi ha spinta a rivelarmi  per quello che sono. Già, dopo due anni di blando ma costante corteggiamento, se così lo vogliamo chiamare, improvvisamente l'ho visto con occhi nuovi e mi è piaciuto. Mi è piaciuto così tanto da volerlo portare nel mio territorio, e concedergli in cam quello che mai avrei pensato di mostrargli perchè le due vite devono restare separate, dovevano restare separate, fonderle è un rischio... un rischio che ho deciso di correre per amore delle sfide, per trasgredire ad ogni regola che mi impongo, perchè la vita che mi alita sul collo è sempre più intensa e travolgente di quella che mi compiace nel virtuale.  Piacere che mi sono negata fino ad oggi perchè io...O forse solo per passione?
Una notte di rivelazioni, una conversazione iniziata alle tre di notte  e che è finita all'alba, una notte di parole vere, di parole scritte che mi sono portata nel mio letto aspettando la mattina toccandomi insistentemente per raggiungere il piacere da sola e raggiungerlo ancora, e poi ancora, e ancora senza sosta...
Poi, la notte seguente, la cam.

Il voglio vederti è stata una sua richiesta, così deve avere pensato lui mentre cercava di esercitare le sue doti da master su di me, me che slave non sono ma camgirl si...la cam, abbandonata da mesi a sporadici collegamenti nelle notti più lunghe e inquiete, riservata per lo più ai (pochi) fedeli estimatori dei miei piedi o della mia anima, riflettore che si riaccende sul mio volto per giocare con il suo...La cam che resta comunque il mio territorio...
E' stata la prima volta che mi ha vista godere, e io lui. Spogliarsi in cam è sicuramente più facile che farlo in camera da letto, soprattutto per chi, come me, non è più abituata a farlo perchè...
in cam ci si spoglia non tanto dei vestiti quanto delle inibizioni, delle reticenze, dei tabù, il linguaggio diventa la forma di comunicazione suprema, quella che accende il desiderio del corpo e poi lo accompagna nella scalata del piacere fino al raggiungimento dell'orgasmo più sfacciato...
Non gli ho mostrato molto del mio corpo, è vero, ma gli ho offerto la mia anima nuda e lui l'ha colta, apprezzata, valorizzata, vissuta e amata. Amata. Amore è una parola abusata. Ma a modo suo l'ha amata.
Il passo successivo è stato quello decisivo, e quello l'ho percorso io. Così doveva essere del resto. Perchè sono io quella che...
E di nuovo mi fermo per assaporare quell'odore che persiste sulla mia pelle e che mi inebria i sensi...
Un passo alla volta. Respiro dopo respiro...

5 commenti:

  1. ...et gaudemus igitur..

    RispondiElimina
  2. Questo Post che , superficialmente , puó sembrare solo un delicato sfogo personale , assume per me un significato ben piú ampio , Sara !!
    Adesso mi chiedo costantemente se la " Cam " é un mezzo " virtuale " o no ..
    Intendo dire che noi " mediamo " tutto quello che ci circonda , ma forse finiamo per essere " mediate " anche noi ..
    Una immagine , come quella che , per esempio , la mia Manager mostra ai miei potenziali clienti , non costituisce di certo la nostra essenza , ma non é nemmeno solo una sterile copia del nostro aspetto esteriore ...
    Cosí , quello che tu offri a chi sta " dall'altra parte dello schermo " deve essere piuttosto suggestivo e suscitare reazioni profonde !!
    Mi intriga moltissimo questo tipo di situazioni , fors'anche di piú che incontrare uno sconosciuto e portarmelo a letto , Sara !!
    Continueró a leggere qui , finché si parlerá di " Cam " ed affini .. hehe ;-P

    RispondiElimina
  3. ......fluente ed interessante....seguirò con attenzione, se non ti disturba
    Sorrisi sparsi

    RispondiElimina
  4. @ Pincocarla
    Hai compreso benissimo quello che per me la chat rappresenta. Non è un avvilimento, non è una mortificazione, è uno spazio personale che mi concedo per essere me stessa anche in quei frangenti in cui non posso esserlo, vuoi per le convenzioni della mia vita "regolare", vuoi perchè la mente può arrivare a toccare corde inimmaginabili, lusingando e violando i desideri più inconfessabili, il subconscio inespresso e inconfessabile...
    Ora, è vero, sono presa da altri... affini, ma sono tutti cocci di me, della mia sensualità, delle mie proiezioni che dal virtuale si trasferiscono nel reale per affondare in una relazione che è ancora tutta un'incognita per me.
    La tua empatia è un regalo inaspettato che mi ha resa felice di essere compresa.

    RispondiElimina
  5. @Esp_off
    non mi disturba affatto, anzi...

    RispondiElimina